venerdì 30 gennaio 2009

Mezzi paccheri con la coda di rospo



Eh no, non sono paccheri stavolta, ma mezzi paccheri, questi qui per la precisione, che volete fa' io col pesce preferisco di gran lunga la pasta corta, si lo spaghetto è la morte sua, la linguina è eccellente con i crostacei, ma un tubetto con le cozze e pecorino, rigorosamente in bianco??? Prima di fare "bleah" provate e poi mi dite. Non trovo spesso la coda di rospo e forse ne capisco il perchè leggendo questo post qua, letto quando ahimè il delizioso piattino era già bello andato.... La coda di rospo è uno di quei pesci carnosi, del tipo "bisteccoso" come li chiamo io e generalmente la preparo come se fosse uno spezzatino, sfumando con il vino, che di norma detesto nella cottura del pesce, vuoi perchè a volte nei ristoranti te lo ammazzano di vino e (peggio ancora!) aceto per nascondere allo sfortunato cliente che non è stato pescato mmo' mmo' (or ora) facendotelo però pagare un botto uguale, quello si! E poi perchè l'aggiunta del vino fa perdere l'essenza del piatto, l'odore del mare e il sapore di fresco. Sulla stessa linea potrei dilungarmi a parlare delle mie opinioni personali circa l'utilizzo della panna e del dado in cucina:), ma non divaghiamo e passiamo alla ricetta con l'aggiunta di un goccetto di vino a sto' spezzatino:))

Ecco come si fa:
300 gr di mezze maniche
500 gr di tranci di coda di rospo
cipollina fresca
olio extra
3-4 pomodorini
mezzo bicchiere di vino bianco
prezzemolo
in una padella fare rosolare la cipollina affettata sottile sottile, aggiungere la coda di rospo a pezzettoni ricavati dopo aver eliminato la lisca salare e fare andare a fuoco vivace per qualche minuto. Sfumare con il vino e lasciare cuocere qualche altro minuto. Nel frattempo mettete la pasta in cottura. Aggiungere al pesce i pomodorini schiacciati. Scolare la pasta e mantecare nella padella con il prezzemolo tritato.

lunedì 26 gennaio 2009

La finta genovese povera e bella







Quando ho letto il post di Precy con la sua iniziativa, ho pensato che stavolta avrei passato la mano, non ci voleva solo la ricetta, ma anche una storia ad essa collegata, che raccontasse di noi e delle nostre famiglie, dei nostri ricordi d’infanzia legati ai nonni, io però sono nata da genitori “grandetti” e non ho conosciuto i miei nonni, solo la mamma di mia mamma per pochi anni prima che se ne andasse. Di mia nonna ricordo la sua frittura di pesce in una padella annerita dall’uso e forse proprio per quello il sapore era unico. Ma la mente umana è una scoperta continua, improvvisamente mentre guidavo e rimuginavo, mi si è aperto un cassetto, anzi devo dire che è proprio schizzato fuori dal comò delle memorie, un piatto semplice semplice ma pieno di sapore e tenerezza. Mia madre e mio padre hanno sostituito i racconti dei nonni con i loro, avendo appunto vissuto la guerra e i disagi. Più che altro mia madre, donna bellissima, verace e passionale, dal carattere forte e volitivo, dal sorriso aperto e dalla risata pronta, dotata di grande senso pratico e capacità di risolvere i problemi, anche aggirandoli. Nata in una famiglia numerosa, durante la guerra ha patito la mancanza di generi alimentari, per cui a casa sua si cucinava quello che si poteva con quello che si aveva. Origini totalmente diverse quelle di mio padre, appartenente alla nobiltà decaduta partenopea, uomo tutto di un pezzo, attento alle convenzioni e ai comportamenti, a casa sua si pranzava in piatti di porcellana, con posate d’argento, su tavole apparecchiate finemente; lui non aveva storie di fame e patimenti da raccontarmi, ma mille altre affascinati e seducenti. Sono cresciuta in un mix di culture e sentimenti, con una coppia di genitori totalmente disassortita, circondata dall’abbraccio appassionato di mia madre e le letture raffinate di mio padre. Soffocata da tante premure, appena ho potuto ho iniziato a girare il mondo, a vivere le mie esperienze, necessarie per sopravvivere al di fuori di quel bozzolo caldo. E ho scoperto che c’era una realtà meravigliosa dove si poteva mangiare un gelato dopo cena senza avere una congestione, si poteva fare il bagno a stomaco pieno senza morire, si poteva vivere senza maglia di lana e non avere la polmonite. I miei genitori hanno fortunatamente capito e mi hanno lasciato andare ma i loro insegnamenti mi accompagneranno sempre. La ricetta è chiaramente di mia mamma, mi sono infatti ricordata che preparava spesso questi bucatini, che lei riproponeva perché troppo saporiti anche se poveri poveri, nati dal nulla, dalla necessità di sua madre di mettere il piatto a tavola anche nei periodi neri, soffriggeva delle cipolle e ci condiva la pasta, solo quando poteva ci aggiungeva qualche pezzetto di pancetta. Da qui nasce la “finta genovese”, quella vera è invece un sugo buonissimo di cipolle e spezzatino di manzo, una rarità a quei tempi.

Ecco come si fa, io ho aggiunto una manciata di parmigiano per mantecare e legare.
300 gr. di bucatini
3 cipolle bianche
pancetta arrotolata
parmigiano
olio extraFare sudare a fuoco basso per due ore circa le cipolle affettate sottilmente, controllando spesso che non brucino. Aggiungere la pancetta a pezzetti, fare cuocere ancora per una mezz’ora. Cuocere i bucatini e scolarli molto al dente per poi completarne la cottura “risottata” nella padella con il sugo allungando con un po’ d’acqua della pasta. Una volta creata la cremina rilasciata dall’amido, spolverare con abbondante parmigiano e mantecare

giovedì 22 gennaio 2009

Ci disintossichiamo un po?? Vellutata di zucca....


Ma a chi voglio prendere in giro, dico, che sto sempre a impiasticciare schifezze, ultimamente soprattutto roba dolce che unito a cene fuori casa, con certi amici goderecci, proprio di leggerezza non si può parlare. La verità è che da dopo Natale impazzano sui blog ricette cosiddette detox e allora ho voluto dare anche io un titolo che sapesse di light (ma quanto so' trendy Precisì) . La vellutata è effettivamente leggera, magari se ci si toglie il porro, che non so a voi ma secondo me conferisce un tocco ricco e un po' grassetto ai piatti. A casa è stata ben accettata ed è piaciuta, a parte che poi dopo, sul divano, ci siamo riempiti di biscotti al cioccolato io e il principe, che mi ha appena telefonato con aria leggera e indifferente dicendomi che è a Torino e sta andando a Eataly, che ha un impegno di lavoro lì "ma se lavori per le banche!" "si, infatti vado negli uffici" e che no, non ha proprio modo e tempo per comprarmi qualcosina, che neanche saprebbe cosa comprare, che poi mi ci porta personalmente, ecco ora sto' proprio rosicando...


Ecco come si fa:
500gr di zucca
1 porro
2 patate
erba cipollina
brodo vegetale
olio extra
Fare rosolare il porro affettato molto sottile, aggiungere le patate a pezzettoni e qualche mestolo di brodo vegetale. Fare cuocere per 15 min poi aggiungere la zucca a pezzi e allungare con altro brodo. Lasciare in cottura per una ventina di minuti o comunque fino a quando patate e zucca siano ben cotte. Mixare il tutto e servire con una manciata di erba cipollina e un filo d'olio.

lunedì 19 gennaio 2009

A cena con gli amici e focaccia ripiena


Venerdì altro giro altra corsa sioriii e sioreeee, altra cenetta tra di noi ormai amici e compagni di merende, con qualche presenza in meno loro (troppo lontani) e lei (assenza giustificatissima). Il luogo prescelto questa volta è stato l’Acino Brillo, molto carino e ben gestito da Antonella, amica di Antonella e Marco. Non ho foto con me perché quando si condivide la digitale con altri componenti della famiglia si rischia che la si prende al volo per poi scoprire, quando ormai se già al ristorante, che è scarica senza pietà, che neanche una foto infinitesimale ti lascia fare…per i reportage potete andare qui, qui, qui e qui. Ma mica è finita, eh no no, il prossimo venerdì arieccoci all togheter da Felice a Testaccio, prenotato poi sprenotato, confermato poi disdetto, nu’ casino, che quello appena mi vede mi prende per il gomito e mi accompagna fuori a me e tutti i miei scombini organizzativi. Stay tuned e avrete dettagli dettagliati….
La ricetta di oggi, voleva inizialmente essere una zuppetta detox dei giorni scorsi, poi una torta all’arancia e cioccolato fondente che ho preparato sabato, poi dei biscotti al cioccolato che più al cioccolato non si può preparati domenica, poi invece visto che idee chiare non ne ho, vi lascio la ricetta di una focaccia ripiena, con impasto alla patata, così partecipo alla raccolta buffet di Eleonora. L’ho fatta sabato mattina, dopo che il principe mi ha chiesto supplichevole di restare a casa, che lui il lunedì deve ripartire e ha bisogno di mangiare al tavolo della sua cucina almeno per due giorni a settimana, visto che ormai qui di venerdì si esce sempre a cena fuori, curiose abitudini di foodblogger, strana gente….
La ricetta è stata presa da internet ovviamente non so da chi, perché quando non avevo ancora un blog, scaricavo ma non attribuivo la fonte. Anzi se qualcuno la riconosce come sua me lo faccia sapere almeno per ringraziare.

Ecco come si fa:
350 gr di farina 0
20 gr di lievito di birra
1 patata lessa
1 cucchiaino di zucchero
2 cucchiai di olio
1 pizzico di sale
2 uova intere e 1 rosso d'uovo
1 rosso d'uovo per spennellare
Scamorza affumicata
Prosciutto di Praga

Impastare tutti gli ingredienti, tranne la scamorza e il prosciutto. Se risulta asciutta aggiungere latte o farina se risulta asciutta o umida (io ho dovuto aggiungere un po’ di farina). Dividere in due la pasta e stenderle col matterello della stessa misura della teglia che userete, non fatela troppo spessa, crescerà molto on cottura. Adagiare una parte della pasta sul fondo della teglia precedentemente unta di olio, cospargerla con fettine di scamorza e prosciutto, coprire con l’altra parte di impasto steso e fare combaciare i bordi. Metterla a lievitare in luogo caldo per 3 ore, dopo di che spennellare la superficie con il rosso d’uovo e un goccio di latte, infornare a 170° per circa 30 minuti o fino a quando la superficie non si sará dorata.

venerdì 16 gennaio 2009

In o out con linguine alle verdure di ugual misura e premi

L’idea era di avere una nicchia tutta per me, un diario di cosa mi accade o mi è accaduto nella vita e una raccolta di ricette, a casa mia invece si sono messi tutti in testa che ognuno ha diritto a metterci del suo, di smanettarlo a piacimento, diventando mio malgrado uno spazio gestito a sei mani. L’altra sera: “Mamma ma tu non hai la playlist nel blog???” “Ehm, no, non ce l’ho, ma cos’e???” “Mamma sei vecchia e out!” Ma come sono out!! Io che cambio continuamente colore ai capelli, io che vado ogni settimana dall’estetista per cercare di essere sempre al meglio, io che vado in beauty farm con le amiche, io che indosso i jeans a vita bassa, che ascolto musica a palla mentre guido, che uso il siero antirughe, che sono internet addicted, io sono out????? “Si, mamma, tu e pure il principe” Pure!!! Ma se non lo vediamo mai, vive in una città che non è la sua, al freddo, e ti telefona ogni sera per farti ripetere scienze, storia, italiano, ignaro di queste alte conversazioni che si svolgono a casa sua, pure lui è out??? “Si” “ E dimmi un po’ uno che dovrebbe fare per diventare in??” “Devi mettere la playlist nel blog” “Ahhhhh, mo’ capisco!” Cari amici, da oggi sarete pure voi in se cliccate qui sotto, no più giù, ma proprio giù giù, ecco lì, qualche brano musicale che vi allieti l’udito. La selezione è mia, su questo sono stata categorica, ma deve essergli andata a genio, non ha avuto molto da ridire sulla scelta. Contestualmente potete prendere nota di queste linguine ai porri e zucchine, che tanto out non devono essere visto che sono state spazzolate e bissate dall’individuo in che gira per casa.

Ecco come si fanno:
2 zucchine
1 porro
1 cipollina fresca
300 gr di linguine
olio extra
parmigiano
Armatevi di coltello affilatissimo e su un tagliere affettate le zucchine e il porro a striscioline sottili (larghezza e spessore di una linguina appunto) Questa è l’unica parte noiosa della ricetta che in realtà è veloce. In una larga padella soffriggete brevemente la cipollina, aggiungete le verdure affettate e fate rosolare fino a che saranno cotte, il porro si ammorbidirà presto ma le zucchine devono restare croccanti. Nel frattempo cuocete e scolate le linguine al dente e mantecatele nella padella con le verdure con abbondante parmigiano e se necessario un goccio di acqua di cottura. Il risultato è gradevole al palato, l’uniformità della linguina con le verdure lo rendono un piacevole tutt’uno.
E ora passiamo ai premi, ringrazio la bella Antonella e la cara Giulia, che stasera conoscerò personalmente:)) per il premio:

Sempre Antonella per il premio:


I meravigliosi Luca e Sabrina per il premio:


lunedì 12 gennaio 2009

La mia torta cioccolatosa per Elga


WARNING: questo post è di contenuto molto personale, pertanto consiglio la lettura solo a chi ha tempo e non ha proprio niente di meglio da fare!
Sette anni fa ero nell’ordine: magra (taglia 40, sigh!), esen-rughe, delusa e diffidente. Un matrimonio fallito, subito seguito da una storia sbagliata, mi avevano schiacciata e resa scettica circa l’amore, quello con la “A” maiuscola. Avevo quindi un unico interesse, lavorare per crescere mio figlio da sola. Nel tempo libero (raro), cazzeggiavo su Internet (ah, quanto mi ha cambiato la vita!!!), entravo in forum vari (tutto lecito, non immaginatevi chissacchè) e chattavo del più e del meno, un pomeriggio vengo contattata da un tipo, Maurice (alla francese, ma de’ Roma), che mi tampina di domande e mi chiede il telefono, non avendo nulla da perdere glielo comunico e drinnnnn “Ciao sono Maurizio, piacere di conoscerti” e giù a conversare lungamente prima di lui poi di me. Gli approcci telefonici, alternati a lettere intriganti che solo lui sa scrivere, durano qualche settimana, fino a che mi chiede di incontralo “eh?????” “ Ma si dai vediamoci a metà strada, diciamo a Cassino” Non ero totalmente sprovveduta, sia chiaro, anzi sufficientemente “navigata”, tanto da capire che dall’altra parte non c’era un maniaco o un criminale, avevo poi ottenuto tutti i suoi riferimenti personali, perfino dove lavorava!!! Quindi prendo a m’incammino in autostrada, dicendo tra me e me “Arrivo, lo conosco, bevo qualcosa con lui poi scappo”. Bene, non è andata proprio così, nel senso che lui appena mi ha vista mi dice “Rassegnati perché da ora in poi tutti i tuoi weekend saranno con me!” “Seeeeeeee…..” Ma non avevo fatto i conti con la sua tenacia e caparbietà, del resto i principi so’ così no?? Praticamente tutti i sabato veniva a Napoli, lo trovavo ovunque, mi organizzava piccole sorprese, me lo trovavo anche fuori la chiesa dove mio figlio faceva catechismo, praticamente un incubo!!!!! Finchè gli dico “mo’ basta e fammi respirare no???” Tutto stropicciato si ritira in buon ordine e non lo si sente, ne lo si vede più. Ahhhh, ritorno a vivere!!! Poi però…..iniziano a mancarmi le sue puntuali telefonate, le sue lunghe mail d’amore (tutte gelosamente conservate per i miei nipotini:)), le chiacchiere complici, i discorsi di spessore (non certo “ndo’ annamo fata, te porto a ballà”), il mio sfogarmi su quanto gli uomini mi abbiano ferito. Lo chiamo “Senti che per caso saresti interessato ad una storia part time, nel senso che ci si vede solo quando ci va?” (significava che ci saremmo visti solo quando andava a me), il principe accetta e io per far vedere la mia buona volontà, lascio il bambino a mamma, che poverina sperava solo in un marito per me ma soprattutto in un papà per il suo adorato nipote e mi presento a Roma, “andiamo a casa tua?” gli chiedo a bruciapelo “beh, si, certo” risponde sbalordito. Ora, scordatevi che vi racconto cosa è successo in quella casa, diciamo che abbiamo anche assaporato una torta cioccolatosa, preparata per lui. Vi dico solo che fui molto colpita da un vezzosissimo piumino rosa confetto che aveva sul letto, “era della mia ex moglie” “……??” Già la prima moglie, da me ribattezzata Rebecca (avete letto il libro di Daphne Du Maurier??) in realtà gli ha lasciato anche altre brutture che ho subito provveduto ad eliminare una volta entrata nella sua vita, però una cosa le devo dire “ A Rebe’ meno male che lo hai mollato così me lo sono preso io questa perla di marito, tiè” E dopo quella sera e quella notte, siamo ancora qui, uguali a sette anni fa.
Cara Elga, la tua iniziativa "La tua prima cenetta per lui" mi ha spinto a raccontare l’inizio della mia storia con un uomo meraviglioso, che continua ancora oggi viva e appassionata, tenera e complice, dolce e piccante, la mia storia d’amore, quello con la “A” maiuscola appunto. Ti avevo detto che non gli avevo preparato una cenetta, ma una semplice torta, da mangiare con le mani, sotto un piumino rosa confetto e ancora oggi ogni tanto la ripropongo a conferma del nostro amore, ma la mangiamo sotto un piumino color avorio, scelto da me.


Ecco come si fa, la ricetta l'ho presa da Internet ma chi si ricorda da dove...
250 g di cioccolato fondente
150 g di burro
200 g di zucchero (anche un po' di meno, per gli amanti del cioccolato non troppo dolce)
5 uova
2 cucchiai di farina
1 cucchiaio di latte
1 cucchiaino da tè di cacao in polvere
Spezzettare il cioccolato dentro una ciotola, unire il burro a pezzetti e fare fondere il tutto, a bagnomaria o nel microonde a potenza minima quindi lasciare intiepidire.
Setacciare la farina con il cacao. Separare gli albumi dai tuorli, unire a questi ultimi lo zucchero e il cucchiaio di latte e amalgamare fino ad avere un composto spumoso e biancastro. Unire la farina e cacao, mescolare e riunite i due composti, quello di cioccolato e quello di uovo, amalgamando bene. Unire un pizzichino di sale agli albumi, montateli a neve e amalgamarli al composto. Imburrare una tortiera da crostate (28 cm), versarvi l'impasto e infornare a 160° per 25 minuti.
Il risultato è garantito!! La torta resta umidina e molto soffice, accompagarla conn ciò che si vuole, panna, crema, zabaione, nella foto la trovate con dei frutti di bosco allo sciroppo appena arrivati dal Trentino:)))

venerdì 9 gennaio 2009

Moena una perlina nelle Dolomiti


Brevissimi cenni su Moena, incantevole paesino nel cuore delle Dolomiti, che ci ha accolti, me e l'uomo basso, con un freddo polare, ma del resto a sciare stavamo andando no?? Moena è piccolina ma molto bene organizzata, i negozietti dove acquistare prodotti tipici sono molti, vuoi che non mi portavo a casa delle mele, dei lamponi sciroppati, dello speck per il principe, dei libri di ricette acquistati in una piccola libreria dove ho trascorso un intero pomeriggio. Le piste da sci distano pochissimi chilometri e sono comodamente raggiungibili con un frequente skibus, malgrado l'affollamento natalizio non si fanno quasi mai code agli impianti e la sciata senza sosta è assicurata, quando poi il tuo maestro di sci è casualmente il sindaco di Moena, svolazzi sulla neve e ti senti pure mezza vip!!!. Il rientro la sera all' Hotel Faloria, era molto piacevole innanzitutto perchè si entrava in un luogo caldo e poi perchè l'atmosfera e l'accoglienza erano delle migliori. Il proprietario Manuel è una squisita persona molto attenta a tutte le esigenze dei clienti, la cucina buona (ah, i canederli!!!) e con prodotti scelti, la colazione del mattino abbondante e ricchissima, ma quanti panini fragranti con burro e marmellate fatte in casa mi sono strafogata??? Insomma mi sento vivamente di consigliarlo se mai doveste andare da quelle parti, aggiungiamo pure che l'albergo è dotato di una piccola spa, ma proprio piccola, per questo più apprezzata, soprattutto quando ti immergi nell'idromassaggio caldo a fine di una giornata trascorsa al freddo!!


P.S. la foto non è mia, ma è una cartolina dell'albergo, nelle fretta di partire all'ultimo minuto, abbiamo dimenticato la digitale:(((

mercoledì 7 gennaio 2009

Le insolite polpette per iniziare l'anno e una data da comunicare


Insolite perchè non posto mai ricette di carne, ne cucino poca in effetti, più che altro la utilizzo per i ripieni, diciamo che il secondo di carne non mi fa impazzire, diciamo che per me il secondo di pesce è in pole position, diciamo che poi non mangio coniglietti, agnellini, vitellini, maialini e che proprio quando devo cucinarla mi limito a qualche insaccato o al manzo, come per queste polpette che non sono ne' speciali ne' nuove, ma ho voluto iniziare l'anno appena arrivato con un post diverso, insolito appunto per me. L'esecuzione è ovviamente semplicissima, carne tritata, mollica di pane bagnata nel latte e strizzata, uova e parmigiano, per il ripieno ho usato della provola fresca, comprata solo il giorno prima, in modo da aver perso un po' di siero, si possono friggere ma io le ho cotte in forno sfumando a metà cottura con del vino bianco.
Bene...... la vacanza sulla neve è stata mooolto rinfrancante, a parte una cadutina su una lastrina di ghiaccio che mi ha messo un po' fuori uso il ginocchio o forse è il caso che appendo gli sci al chiodo, come dice carinamente mio figlio "mamma che palle che sei!!!" Moena è deliziosa, le piste sono tantissime e perfette, si mangia benissimo, ma quanti canederli ho ingurgitato:)??? Unica pecca, dover tornare!!!! Anche se uno sprone l'ho avuto, anzi avrei voluto già fare un post da lì, ma in albergo avevano la connessione saltellante, etc etc, uff ma di che sto parlando?? E basta con stì preamboli!!!!Ma sìììììì, ora ve lo dico, un attimo di pazienza....avete forse già letto qui e qui della cena con carrambata che ha avuto luogo il 30 dicembre al ristorante Santopadre in Via Collina a Roma, quando Luca e Sabrina sono entrati al ristorante io sono rimasta così, con la forchetta a mezz'aria e la bocca aperta, incapace di manifestare l'emozione, totalmete incredula, solo dei grandi amici possono avere tali dimostrazioni d'affetto e loro lo sono, davvero!!! Complici Nadia e Lars, lei muta è stata, per tutto il tempo, ma bravissima!!! Come hai fatto Precisì?? A restare di stucco c'erano anche i dolcissimi Jajo e Claudia, poi Antonella e Marco, Ross e Gian, appena conosciuti, Antonella e Marco sono frizzanti, spontanei, allegri oltre che belli. Ross e Gian sono stati una piacevole sorpresa, abbiamo parlato molto quella sera e anche dopo al telefono vero Ross??? La serata è stata piacevolissima, abbiamo mangiato piatti tipici della cucina romana, tra tante risate e mille progetti, già, proprio del progettino abbozzato durante un'altra cena e più concretizzato qui vi dovrei parlare, ma dopo tutto queste chichhiere, prima che stramazziate per la noia, mi resta solo comunicarvi che la data è stata fissata al 16-17 maggio save the date!! La location sarà un casale che ci possa ospitare tutti in Umbria o Toscana, noi ci saremo in toto, se a qualcun'altro di voi l'idea risulta interessante ce lo faccia sapere a stretto giro!!!