martedì 31 marzo 2009

Torta all'arancia per salutare l'inverno

Bye bye brutto invernaccio, vattene via e lascia spazio al sole....seeeee, sono ottimista perchè qui oggi il tempo fa decisamente pena. Per me le arance significano freddo e inverno, anche se poi le utilizzo in tutti i periodi dell'anno, ma una torta all'arancia fa tanto casa e te'. Sabato amici cari a cena, avrebbero portato loro il dolce (bbonooo!!) ma io avevo delle arance da smaltire e poi dovevo portare qualcosa lunedì al lavoro??? Mi sono ricordata di una torta che aveva postato lei e ci ho provato, con qualche correzione minima, tipo l'aggiunta della ganache al cioccolato fondente e della gelatina di arancia.

Ecco come si fa:
Per l'impasto:
la buccia grattugiata di 2 arance
3 uova
l'equivalente del peso delle uova in zucchero
l'equivalente del peso delle uova in burro
l'equivalente del peso delle uova in farina
½ bustina di lievito

Per la ganache:
250 gr di cioccolato fondente
250 gr di panna fresca

Per la gelatina di arancia:
il succo di 2 arance
2 cucchiai di zucchero
un foglio di gelatina
Mettere le 3 uova sgusciate nel piatto della bilancia e pesare, poi preparare l’equivalente con il burro a temperatura ambiente, lo zucchero e la farina.
Lavorare il burro con le fruste e aggiungere lo zucchero, continuando a frustare e quando il composto sarà diventato bianchissimo e bello spumoso, unire le uova una alla volta, dopo incorporare la farina setacciata con una puntina di lievito. Aggiungere la buccia dell’arancia mescolando delicatamente dal basso verso l’alto. Preparare una teglia ricoperta da carta forno e versarvi il composto, mettere in forno a 180°C per 40 minuti. Si avrà una torta soffice e profumatissima. Mentre raffredda preparare la ganache portanto a bollore la panna e tolta dal fuoco versarla sul cioccolato spezzettato, mescolare fino a scioglimento e fare raffreddare non in frigo. Preparare la gelatina mettendo in un pentolino il succo delle arance e lo zucchero, fare andare fino a bollore in modo che si sciroppi un po', togliere dal fuoco e fare raffreddare, dopo di che aggiungere il foglio di gelatina fatto rinvenire in acqua fredda per 10 min e poi strizzato. Si otterrà così la gelatina di arancia.
Quindi si prende la torta, la si cosparge di gelatina e si decora a piacere con la ganache al cioccolato.

giovedì 26 marzo 2009

Strudel salato per Pippi

Eccolo qua, ce l'ho fatta a postare lo strudel per la raccolta di Pippi, ho preferito la versione salata perchè pensavo che quella dolce fosse troppo scontata, ma andando a vedere le vostre preparazioni fino ad ora, mi sono accorta che la fantasia si è sbizzarrita e le varianti sono mille!!! Grazie a questa raccolta ora ne so molto di più e potrò prende infiniti spunti!

Ecco come si fa:
Preparare la pasta seguendo questa ricetta qui
Per il ripieno:
300 gr di carne macinata
1 cipollina fresca
80 gr di mortadella
1 uovo
parmigiano grattugiato
250 gr di ricotta
un pugno di spinaci
una noce di burro
200 gr di fiordilatte
mezzo bicchiere di vino bianco
olio extra
sale
noce moscata
Fare rosolare la carne nell'olio col cipollotto tagliato finemente, allungare con il vino e fare evaporare, cuocere per altri 10 min, salare e fare raffreddare. In un pentolino con poca acqua mettere a sbollentare gli spinaci per pochi minuti, scolarli e ripassarli in un tegame con un po' di burro, salare e fare raffreddare.
Stendere la pasta dello spessore di circa 3 mm, stenderci la fette di mortadella, poi il composto ottenuto mescolando, carne, ricotta, uovo, parmigiano, spinaci, fior di latte a dadini e un pizzico di noce moscata. Stendere bene il composto sulle fette di mortadella e arrotolare, per non fare aprire il tutto io ho avvolto strettamente lo strudel nella carta forno e infornato in una teglia per 20 min a 180°, dopo di che l'ho tolto dalla carta e ormai ben chiuso ho continuato la cottura per altri 20 min.

lunedì 23 marzo 2009

Non è la matriciana!!!


E' solo un piatto di pasta che ho improvvisato, avendo quasi nulla in casa e bocche affamate!!!Ma vi capita di alternare fasi di delirio in cucina a fasi di apatia??? Poi c'è il momento del dolce a tutti i costi e poi quello del salato....insomma ieri è andata che non avevo molta fame, non avevo granchè in frigo e non avevo tempo, ma dando uno sguardo a Casa Alice ho trovato l'ispirazione.....ecco qui quindi cosa sono riuscita a mettere insieme per fare scemo lo stomaco dei miei commensali:)))

Ho rosolato della pancetta affumicata in un filo di olio e appena croccate l'ho tolta e messa da parte. Nel pentolino con l'olio e il grassetto della pancetta ho messo mezza cipollina tritata e poco dopo qualche cucchiaio di pomodoro passato (io avevo dei ciliegino che ho prima frullato). Ho fatto andare per 10 min e ho aggiunto del parmigiano grattugiato, dopo qualche minuto ho spento mixato ad immersione, aggiunto la pancetta e mantecato i fusilli che nel frattempo cuocevano in acqua bollente.

giovedì 19 marzo 2009

Un pomeriggio a pulire carciofi e.......risotto ai carciofi!!!!







Lunedì pomeriggio ho avuto da fare, sono andata a fare la carciofara, ho pulito, affettato e aiutato a cucinare i carciofi, con grande soddisfazione devo dire. Ho partecipato alla seconda puntata di Scuola di cucina all' Open Colonna il nuovo ristorante di Antonello Colonna, anche lui presente per l'occasione che ci ha accolto nella sua bellissima location con grande ospitalità, distribuendo consigli e suggerimenti di alta cucina. Del primo appuntamento ve ne aveva già parlato lei. E' stato piacevole intrattenersi con una deliziosa Annalisa Barbagli paziente maestra e assistere alla preparazione del vero carciofo alla giudia, con la sua doppia frittura, preparato sotto i nostri occhi impazienti da Stefano Preli, chef del ristorante appunto. Non sono mancati assaggi ovviamente di carciofi in tutte le salse a poi di piccole squisitezze preparate dallo chef.
E dopo cotanto approfondimento, nemmeno per un attimo ho esitato a preparare ieri sera, per un compleanno (che forse era il mio si si), un risottino con dei piccoli accorgimenti suggeriti dallo chef.

Ecco come si fa:
6 carciofi romaneschi
300 gr di riso carnaroli
uno spicchio d'aglio
prezzemolo tritato
percorino romano
brodo vegetale circa 2 litri
olio extra
sale
Pulire i carcciofi, affettarli sottilmente e, a mano a mano che si puliscono immergerli in acqua e succo di limone o anche solo in acqua gasata fredda per evitare l'ossidazione. Metterne una metà in un tegame con un leggero soffritto di aglio e olio insieme ai gambi tagliati a tocchetti e fare trifolare per una decina di minuti. Lasciate nell' acqua l'altra metà dei carciofi. Dal tegame dei carciofi trifolati prendere i gambi ormai cotti e ammorbiditi, (questa parte è un po' seccante lo so), metterli con un po' di condimento di cottura nel mixer e ridurli in crema. In un altro tegame mettere un filo d'olio e far tostare il riso, allungare poi con mestoli di brodo caldo. A metà cottura versare i carciofi trifolati (ormai senza i gambi che abbiamo già frullato) e continuare la cottura aggiungendo brodo. Aggiungere i rimanenti carciofi ancora crudi, questo farà si che si avrà alla fine una parte di essi ancora croccanti. Terminare la cottura, mantecare con del pecorino romano e con la crema dei gambi di carciofo mixata. Spolverare di prezzemolo tritato e servire.

lunedì 16 marzo 2009

Pollo fritto della principessa Grace per la raccolta di Elle


Mi piace andare al cinema ma anche godermi un buon film sul divano, devo dire che Sky mi aiuta molto in questo, le proposte sono tante tra nuovi arrivi o film un po' datati ma sempre piacevoli. Quando ho letto della raccolta di Elle, ho spaziato in lungo e largo con la memoria alla ricerca della ricettina abbinata ad un film e ne ho trovate davvero tante, ma ho deciso per una in particolare un po' dimenticata, tratta dal film del 1955 Caccia al Ladro di Alfred Hitchcock, un grande del cinema che ha prodotto film meravigliosi, interpretati da attori "andati" cronologicamente ma di rara bravura e di indiscutibile fascino. Caccia al ladro non è tra i più belli del regista, la storia non intriga abbastanza e la suspence è quasi inesistente, ma di tutto il film ricordo molto bene, perchè amo la Costa Azzurra, la scena del pic nic organizzato da Grace Kelly in macchina sulla moyenne corniche, nella quale lei gli offre un pezzo di pollo fritto chiedendogli maliziosa "petto o coscia?". Ho avuto modo di percorrerla quella strada alcune volte e sempre il mio pensiero va alla principessa Grace e alla sua squisita eleganza nel proporre ad un affascinate e un po' sorpreso Gary Grant un semplice pezzo di pollo fritto trasformato in prelibatezza dalla sua grazia naturale.

Ecco come si fanno:
Mettere a marinare 4 fusi di pollo senza pelle per mezza giornata in olio, limone, timo, aglio e sale.
Trascorso questo tempo preparare una pastella sbattendo 2 uova, 2 cucchiai di farina e mezzo bicchiere di latte. Preparare del pan grattato in un piatto. Prendere i pezzi di polli marinati immergerli nella pastella e poi passarli nel pan grattato. Friggere in abbondante olio per una decina di minuti, per far si che l'interno sia ben cotto. Gustare tiepidi.

venerdì 13 marzo 2009

La mousse al cioccolato.....di Santin


Avevo già detto che a San Valentino, nell'ambito di casalinghi festeggiamenti, avevo preparato una mousse al cioccolato, un classico per l'occasione, ma di infallibile effetto. Cercando in rete la ricetta, ho trovato quella di Maurizio Santin (chissà ma come mai, è proprio uno di quei cuochi che non mi piace nenache un po'!!!:). L'ho copiata in tutto e per tutto tranne che per i tuorli, io li avevo pastorizzati e non uniti a crudo, per gli albumi si può utilizzare il procedimento della meringa italiana, ma avevo letto che eventuali batteri si annidano nel tuorlo solamente, anzi chiedo a voi illuminazioni in merito, non vorrei che mi cautelo solo parzialmente.

Buon weekend a tutti!!
Ecco come si fa:
170 gr. di panna fresca
3 uova grandi
70 gr. di zucchero semolato
340 gr. di cioccolato fondente (lui suggerisce al 55%)
Far bollire la panna e versarla direttamente sul cioccolato precedentemente tritato, mescolare bene con l’aiuto di una frusta da cucina e aggiungere i tuorli d’uovo (pastorizzati), mescolare fino ad avere una ganache bella liscia. A parte montare a neve gli albumi con lo zucchero semolato e aggiungerli con l’aiuto di una paletta da pasticceria nell’impasto di cioccolato ancora tiepido, se l’impasto dovesse risultare troppo freddo intiepidirlo un attimo a bagnomaria facendo attenzione a non slegarlo.Versare negli stampi desiderati e mettere in frigo per 6 ore prima di gustarla.

lunedì 9 marzo 2009

Come ti combino l'orata

Perchè diciamolo, l'orata è buona di suo, ma con questa salsina qui migliora ancora di più, io la utilizzo anche come condimento sulla pasta e la spalmo sui crostini caldi come aperitivo, preparatevi amici bloggers che verrete a cena da me, perchè ve toccaaaa:)).
Si devono semplicemente amalgamare con il mixer dei pomodorini rossi rossi, sale, olio, basilico, maggiorana, un pezzettino piccolo di aglio, scorza grattugiata di mezzo limone, un cucchiaino di pecorino. Ne verrà fuori una salsetta profumata e versatile, con la quale ho condito le orate in una teglia, coperto con carta argentata e infornato per 15 min.


E ora vi voglio dire le cose di cui non farei a meno, visto che Giulia auguri auguri, buon compleanno!!!, lo vuole sapere:))

Preciso che si tratta di cose e non persone.

Il mare: banale e scontato ma per me significa ossigeno e aria e libertà e caldo e progetto di una vita futura in una casa sulla spiaggia con un paio di cani, riscattati in qualche canile.
Le scarpe, tante: ma in particolare i sandali e gli infradito, ne ho a bizzeffe che a volte dimentico di averne.
La nutella: sul pane, sui biscotti, sulle banane, sul gelato, nelle crepes e anche a cucchiaiate
La sigaretta dopo cena: non sono una grande fumatrice, non più, posso quasi farne a meno ma quella dopo cena è un must, soprattutto in compagnia.
Il cappuccino caldo caldo appena sveglia: in qualsiasi stagione e con qualsiasi tempo, dev'essere bollente!!

Ed ora voglio proprio sapere le 5 cose di cui non farebbero a meno:

Ringrazio Luca e Sabrina per il premio:

venerdì 6 marzo 2009

Pappardelle stracchino e speck


E’ finita (trallallà) un’ altra settimana!!! Non particolarmente pesante ma luuuunga, domani mi rientra il figlio dalle fredde terre irlandesi (fiuuuuu, è andata!!), domani sera degno comitato di accoglienza a Fiumicino con tanto di lacrimuccia che ci è scappata anche alla partenza:) perché non so se a voi succede quando i figli sono via, ma io sono stata in apnea, in ansia e tormentata da mille paure. Meno male che alcuni amichetti possessori di blogghe mi hanno fatto tanta compagnia, con divertenti scambi di mail e cavolate amene. Tra l’altro mi sono pure dovuta sorbire una cena di lavoro in un noto ristorante romano con tanto di menù a più portate (e questo va pure bene), ma va meno bene quando ci si trattiene a chiacchierare e “bevi tu che bevo anch’io” “un altro caffettino?” “una praline?” ed ecco che si fa notte, togliendo tempo al prezioso sonno riparatore di cui necessito per campà (8-9 ore:)) col risultato che oggi sono stralunata e assonnata, avete presente la sensazione di avere ovatta nella testa??? Proprio quella là!! Vi lascio al vostro weekend con un piatto di pappardelle saporitissime assaggiate in un ristorante sabato scorso e modificate secondo i miei gusti. Del resto quando si va a fare un giretto nella locanda in Umbria che ospiterà a breve un gruppo di scalmanati food blogger male intenzionati, ci si stanca molto e si consumano energie per chiedere, vedere, verificare “ Ma come siamo messi a piatti e posate?” “ Ma il frigo è capiente e la lavastoviglie?” “ No perché noi abbiamo intenzioni serissime e suicide, dobbiamo affettare, friggere, sminuzzare, impastate e mangiareeeee!” Dopo tanto impegno è necessario rinfrancarsi sedendosi con le gambe sotto il tavolo in uno di quei posticini di campagna in cui ci si imbatte per caso a Lubriano, la trattoria in questione si chiama Vecchio Mulino e davvero merita una visita in caso vi trovaste da quelle parti, posticino un po’ defilato, con locali piccoli e accoglienti, materie prime di qualità e last but not least, rapporto qualità/prezzo eccellente. La ricetta del ristorante prevedeva anche del radicchio tagliato a julienne, che io ho omesso.

Ecco come si fanno:
300 gr di pappardelle all’uovo
250 gr di stracchino morbido e filante
70 gr di speck
mezzo bicchiere di latte
sale
parmigiano
Mettere a bollire l’acqua e nel frattempo sciogliere in una padella lo stracchino con un po’ di latte, aggiungere dello speck tagliato a striscioline e del parmigiano che si dovrà sciogliere. In un padellino antiaderente fare abbrustolire dell’altro speck a striscioline che diventerà croccante.
Quando l’acqua bolle fare cuocere le pappardelle, scolarle e mantecarle con la salsa di stracchino, e con un altro po’ di parmigiano. Impiattare e cospargerle di straccetti di speck croccante per l’effetto crunch (e vabbè sono una Gambero Rosso addicted!)

lunedì 2 marzo 2009

Purè di patate pasticciato



Il lunedì mi tocca. Il lunedì se lo aspettano. Il lunedì è odioso ma per loro un po’ meno.
Come si sa le belle abitudini si acquisiscono facilmente, è bastato che una o forse due volte avessi portato sul luogo di lavoro qualche avanzetto della domenica, chessò, un dolcetto, un pezzetto di timballo, una briochina salata e subito hanno deciso, quelle simpaticone delle mie colleghe, che, poiché io cucino, smazzo, invento e sforno durante il fine settimana, il lunedì si devono cibare delle mie preparazioni; è già prassi, è già abitudine e mi iniziano pure a fare richieste mirate, “ma tu la sai fare quella torta al mascarpone” oppure “mi piace la caprese, ma la vorrei più umidina” o anche “ho assaggiato delle linguine al limone che per caso…..??” e dire che neanche sanno che ho un blog sennò avrei finito di campà. Il posto dove lavoro è in un luogo diciamo interessante gastronomicamente parlando qui a Roma, centrale e pieno di bei posticini dove si va generalmente in pausa pranzo, e noi non manchiamo mai di andare a visitare un bistrot appena aperto, un baretto con i tavolini al sole che fa quel club sandwich delizioso, si quello vicino al negozietto di scarpe che poi dopo ci andiamo a dare un occhiata, non sia mai avessero esposto qualche nuovo arrivo. Ecco, in un orario variabile che va dalle 13 alle 14 e passa, questo facciamo io e le mie colleghe, quelle simpatiche e trendy, e tanto furbe da capire l’antifona cioè che la domenica mi avanza sempre qualcosa e con loro lo andrò a spartire. Ma com’è che il lunedì non si esce più?? Ma non so io ho da fare, non posso proprio lasciare lo studio no no, poi piove non vedi… Venerdì mi è stato commissionato un purè di patate ma che sia fatto in casa, niente fiocchi della “P….nni”, e fino a qui ok, me la cavo con niente, “ma che sia un po’ ricco eh?” “ Un po’ diverso e inusuale eh?” “….”. Il risultato??? Eccolo qua, tutto per loro le mie colleghe che si meritano questo ed altro, per come hanno accolto, qualche anno fa, con calore e affetto, rendendosi disponibili e collaborative, una terruncella fresca fresca arrivata dal profondo sud:))))
Ecco come si fa:
Preparare un purè bello ricco con parmigiano, burro e latte. Aggiungere dei funghi porcini (io li avevo congelati) trifolati con poco di aglio e olio e del formaggio brie a pezzettoni, per conferire al pastrocchio l'aspetto filante.